Lunedì uno studente si è suicidato a seguito di violenze subite a scuola, oggi un un altro è stato accoltellato fuori da scuola. Oltre ad esprimere una vicinanza sentita alle famiglie non possiamo non interrogarci su quanto avvenuto e sulla funzione della scuola. A cui certo non si può scaricare ogni problema che spesso si sviluppa altrove. La scuola rimane il principale pilastro educativo. Quando parliamo di emergenza culturale noi intendiamo questo. La funzione della cultura, tanto bistrattata o ridotta a strumento di economia o di intrattenimento, è invece esattamente quella di dare a ciascuno e a ciascuna gli strumenti per interpretare la società e per capire se stessi. Per trovare dei riferimenti valoriali di fronte al disagio e allo smarrimento che attraversa l’adolescenza e per contrastare la prevaricazione e la violenza. Ogni storia è a sé ma siamo dentro a questo smarrimento. Che richiede di potenziare ogni strategia educativa possibile invece che rifugiarsi nella facile retorica della sanzione e della punizione.
“Siamo molto preoccupati per una manovra che, al di là dei soliti annunci roboanti, prevede tagli di spesa, aumento di tasse e sacrifici per famiglie e imprese. I tagli ai ministeri indicati nel Dpb consegnato a Bruxelles dovrebbero valere nel 2025 circa 2,5 miliardi di euro. Questo significa tagli lineari di spesa a partire da cultura, istruzione e università che già nelle scorso leggi di bilancio sono state oggetto di mancati investimenti e tagli. Se sommiamo questi tagli al sacrificio richiesto agli enti locali, già tartassati pesantemente dall’ultima manovra, temiamo che non saranno più garantiti importanti servizi ai cittadini”. Lo dichiara Irene Manzi, responsabile Scuola nella segreteria nazionale del Pd e capogruppo dem in commissione Cultura di Montecitorio. “Ribadiamo con forza che togliere ulteriori fondi a questi comparti, già sottofinanziati, sarebbe un grave errore. A scuola, università e cultura mancano risorse e sono comparti che non possono sopportare ulteriori tagli. L’Italia è indietro rispetto alla spesa per l’istruzione in rapporto al PIL, e occorrono investimenti per colmare questo divario, non tagli. Non è condivisibile una legge di bilancio che incide negativamente, ancora una volta, sui comparti del sapere, della conoscenza e della cultura, definiti sempre strategici nelle dichiarazioni ma marginalizzati nelle scelte di spesa”, conclude.
Una lista delle parole chiave per una buona scuola: equità, inclusività, partecipazione, autonomia. A cosa tiene il Partito Democratico? La domanda è stata al centro di un’ampia conversazione con Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del partito di Elly Schlein. https://www.ilriformista.it/scuola-manzi-pd-provvedimenti-valditara-solo-mediatici-ce-un-ansia-di-ritorno-a-un-mondo-che-non-esiste-piu-441230/
La mia breve intervista a Radio Radicale sulle scelte della destra. Sorvegliare e punire, senza ascoltare la scuola. https://www.radioradicale.it/scheda/740407/il-trentino-non-recepisce-la-riforma-del-voto-in-condotta-intervista-a-irene-manzi
Chiama in causa le opposizioni e il Pd con il solito racconto fazioso più indicato a un capo popolo che un rappresentante istituzioni. La scuola non merita questo. Ma sogni e visione: un progetto. https://www.unita.it/2024/08/08/valditara-pensi-alla-scuola-e-non-alle-caricature/

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